Un imprevisto, quello che non consideri, quello che ti capita quando gia' hai nella mente una sorta di graduatoria di cose, situazioni, rogne quotidiane, da risolvere: il mondo dell'inaspettato, delle ansie, delle paure, che il giorno seppelisci dentro di te e la notte, quando il sonno tarda ad arrivare, ti piomba addosso e tutto ti sembra difficile da sovvertire.
Camminavo ieri nei vialetti di un ospedale, a ripetermi "si va beh, ce la posso fare"...Poi arriva il momento in cui ti senti appeso ad un filo e quasi trattieni il fiato ad aspettare che "un perfetto sconosciuto"decida di te. Lo scruti in faccia, cerchi di interpretare ogni piccolo movimento...Sensazioni gia' provate..un passato buio che riaffiora..
E poi consideri l'importanza di quanto hai effettivamente, dei regali che hai ricevuto solo perche' respiri: puoi vedere un'alba, un tramonto o una piantina che cresce perche' tu sei li ad occupartene.
Pensi di rivolgerti a Qualcuno "piu' su", una preghiera forse, ma poi ti dici "Non e' giusto chiedere solo quando ci serve, quando la paura e la fragilita' ci fa sentire vigliacchi ed incapaci di affrontare un percorso accidentato ..
E poi ti rendi conto che ce la fai, perche' l'animo umano e' cosi: pensi di non essere adeguato, ma la spinta all'improvviso la trovi. Annaspi, si e' vero, ma sei fuori...Hai ripreso a respirare, piano e hai imparato ancora una volta.
Cara Angela, ti ho cercata e trovata.
RispondiEliminaBellissimi , profondi e veri i èensieri che hai espresso.
baci
M. teresa
Grazie per la foto di Tarella.
RispondiEliminabellissime ancghe tutte le altre.
grazie! ;-)
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